Nel mondo circa due miliardi di persone si nutrono di insetti. Ci sono delle ragioni obiettive che fanno si che questo genere di alimento diventerà sempre più diffuso nel mondo. Purtroppo abbiamo già depredato i mari e nel 2014 la quantità di pesce allevato ha superato quello pescato ed anche le carni cominciano a scarseggiare. C'è una forte richiesta in aumento della carne, ma questo richiede una grande energia per trasformare i foraggi in carne, si calcola che nel caso del bovino siano necessari otto chilogrammi di mangime per ottenere uno di carne, mentre nel caso dei grilli questa efficienza di trasformazione è a loro favore in quanto bastano due chilogrammi di mangimi per averne uno di proteine da grilli. Ma se pure è dimostrabile che l’utilizzo alimentare degli insetti, in particolare quelli di allevamento potrebbe essere una via d’uscita rispetto all’insostenibilità del modello alimentare occidentale, è evidente che vi è un profondo ostacolo nei retaggi storico-culturali che, in particolare nell’Occidente europeo e nell’America settentrionale tendono a considerare gli insetti come inadatti o meglio ripugnanti per l’uso alimentare. Non è quindi una questione di gusto e ciò si potrà dimostrare durante la serata nella quale i partecipanti se vorranno potranno assaggiare prodotti da forno confezionati con una parte di grilli da allevamento.
La serata quindi, con la guida di Franco Antoniazzi e Lorenzo La Torre Dell’Università di Parma e con la collaborazione di Gabriele Archetti dell'Università Cattolica di Milano, sarà l’occasione per una riflessione sugli approcci concettuali e tecnici che condizioneranno l’approvvigionamento alimentare del futuro, ma soprattutto sarà l’occasione per una riflessione sui meccanismi attraverso i quali ci approcciamo al cibo e stabiliamo ciò che è buono o non è buono da mangiare.